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Fine corso: 01/04/2023
L’approccio ai disturbi di fluenza del dott. D’Ambrosio è stato sviluppato in un’ottica cognitivo-comportamentale, e convoglia nel trattamento dei disturbi della fluenza numerosi contributi provenienti da più discipline. Esso integra le teorie più strettamente psicolinguistiche con i diversi e importantissimi apporti teorici della psicologia cognitiva sperimentale, nonché degli altri settori delle neuroscienze. Ai fini formativi e clinici, vengono approfondite tematiche quali: - l’azione del sistema attentivo ed esecutivo nel controllo e la compensazione della fluenza; - la modularità gerarchica della mente; - il rapporto che intercorre tra il sistema dei neuroni specchio e il linguaggio; - l’influenza che il sistema nervoso autonomo esercita sulla voce umana; - la consapevolezza della disfluenza in età infantile; - i meccanismi che aiutano il clinico nell’intervento precoce. Nel complesso dei moduli formativi, tali argomenti sono tutti puntualmente illustrati nella didattica e riportati nelle esercitazioni proposte. Il percorso, strutturato su più livelli di approfondimento, accompagna il professionista nella scelta e nell’impostazione dei protocolli di trattamento più adatti all’età e alle caratteristiche cognitive ed emotive dei propri assistiti, incluse condizioni di deficit cognitivi e comorbilità con altri disturbi del neurosviluppo.
Fine corso: 22/09/2023
CORSO RISERVATO ARPAD
Fine corso: 18/02/2023
CORSO GIA' SVOLTO
Il convegno affronta i temi relativi alle problematiche motorie riguardanti l’articolazione, le funzioni orali e l’alimentazione in età evolutiva, prevedendo una sessione relativa all'inquadramento diagnostico e la valutazione, una finalizzata alle prospettive riabilitative e una sessione destinata alla presentazione di nuove prospettive in ottica tecnologica. Infine verrà effettuata una sintesi nella quale verrà trattato il tema della diagnosi differenziale e alla relativa differenziazione degli interventi riabilitativi.
Fine corso: 17/06/2023
I Disturbi di Linguaggio – secondo la terminologia del DSM – 5 ovvero i Disturbi Primari di Linguaggio - secondo quella decisa dalla giuria della Consensus Conference per le Raccomandazioni Italiane - rappresentano un gruppo clinico piuttosto esteso numericamente all’interno dell’Età Evolutiva, che spesso incontra difficoltà nella gestione a livello di inquadramento e di trattamento riabilitativo logopedico. La morfosintassi e le sue atipie di sviluppo caratterizzano in modo marcato i DPL e richiede una conoscenza approfondita dello sviluppo tipico ed atipico. All’interno dei DPL, appaiono importanti le procedure valutative generali e quelle di tipo differenziale, in modo da poter dare una risposta logopedica adeguata anche ai quadri di comorbidità con gli Speech and Sound Disorders e ai Disturbi di Regolazione. Le conoscenze teoriche necessarie comprendono una buona conoscenza dei marker del disturbo, delle procedure valutative anche non testistiche e delle misure di outcome, alla luce della vasta letteratura circa le sequele di breve e lungo termine del DPL in senso sociale, emotivo, psicologico e di accesso all’istruzione. Il corso affronta le caratteristiche del DPL, le procedure valutative e riabilitative logopediche maggiormente supportate dalle evidenze scientifiche mediante le spiegazioni teoriche, la presentazione di casi clinici e lo svolgimento di esercitazioni pratiche, in modo da fornire al logopedista tutto il bagaglio necessario per la formazione clinica di base e quella indispensabile per i casi maggiormente complessi.
Fine corso: 25/03/2023
Fine corso: 15/04/2023
La letteratura internazionale e nazionale evidenzia come i disturbi della comprensione linguistica siano significativamente diffusi nella popolazione clinica in età evolutiva e tendono spesso a risultare persistenti anche quando sono oggetto di trattamento riabilitativo.
Nonostante ciò attualmente rappresentano una realtà clinica sottostimata, sia in termini di valutazione che in termini di presa in carico, non soltanto nel caso dei Disturbi Primari del Linguaggio ma anche nei Disturbi del Neurosviluppo come il Disturbo dello Spettro Autistico.
Gli obiettivi del corso, quindi, sono quelli di fornire una panoramica degli studi che riguardano questo settore e di evidenziare i percorsi di valutazione e trattamento maggiormente idonei, tenendo in considerazione anche le caratteristiche del quadro clinico funzionale generale.
Fine corso: 11/06/2023
Fine corso: 20/03/2024
La regolazione sensoriale ed emotivo-comportamentale nei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) è un argomento che negli ultimi anni sta interessando sempre più clinici e ricercatori in virtù delle sostanziali interferenze che i deficit di tali capacità evolutive possono produrre sull’adattamento e sull’apprendimento.
In considerazione della rilevante frequenza con cui tali difficoltà si presentano in bambini ed adolescenti ASD, quello della regolazione sensoriale e delle emozioni rappresenta un’utile chiave di lettura per comprendere alcuni dei comportamenti disfunzionali che caratterizzano l’autismo.
Le capacità di regolare e integrare le informazioni sensoriali e le emozioni e di modulare gli input sensoriali e gli output comportamentali rappresentano competenze ad altissimo valore adattivo all’ambiente circostante. Queste capacità, in parte innate, si sviluppano a partire dalla nascita attraverso le interazioni e le relazioni con l’ambiente.
Regolare significa conoscere, riconoscere e classificare gli stimoli, siano essi di natura sensoriale o emozionale, e organizzare una risposta adattiva. Lo studio di tali processi nello sviluppo tipico ha fornito informazioni utili ad integrare la conoscenza della natura e delle caratteristiche delle varie forme di sviluppo atipico, oggi raggruppate nei Disturbi del Neurosviluppo. L’obiettivo è l’implementazione di forme di intervento mirate a ridurre l’impatto delle atipie sensoriali ed emotive sul comportamento e sull’apprendimento.
I processi sensoriali influenzano il modo in cui l’individuo si rapporta al mondo e ne determinano il comportamento. Quando avvengono all’interno della fisiologia del bambino restano silenti e non osservabili, mentre in presenza di disturbi del neurosviluppo come l’ASD ciò che emerge è un’alterazione anche importante del comportamento dovuta ad atipie dei meccanismi di regolazione e modulazione. Poter riconoscere e comprendere il profilo sensoriale del bambino potrebbe essere determinante per massimizzare l’efficacia di un trattamento.
Riuscire a leggere le determinanti neurobiologiche di un comportamento in un dato momento e poter comprendere cosa questo rappresenti all’interno della specifica traiettoria evolutiva di un bambino è una competenza di assoluta importanza per il clinico. L’insieme di quei comportamenti riconducibili ad atipie senso-percettive ci consente un punto di vista eccezionale su ciò che interferisce con i processi di apprendimento dall’esperienza e può orientare verso una completa personalizzazione del trattamento.
Il corso ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita riguardo lo sviluppo in infanzia e adolescenza dei processi di regolazione ed integrazione sensoriale e delle emozioni, all’interno di traiettorie di sviluppo sia tipiche che atipiche. In un percorso che va dalla teoria alla clinica, saranno trattate nel corso le implicazioni per la diagnosi ed il trattamento. Il focus sarà posto sui Disturbi del Neurosviluppo e sul ruolo che l’alterazione dei processi di regolazione ha sull’esordio e l’evoluzione di tali disturbi.
Fine corso: 08/07/2023
Il corso “Comprendere l’autismo: dalla diagnosi al progetto di vita” prende spunto da una profonda quanto semplice riflessione: l’autismo non è una malattia che va curata, ma una condizione che va compresa.
La rilevanza delle scoperte che negli ultimi 20 anni sono state effettuate nel campo dei disturbi del neurosviluppo ed in particolare dei disturbi dello spettro autistico, risiede proprio nella possibilità che viene oggi offerta alle persone autistiche, ai loro familiari ed a tutti i professionisti che, in un modo o in un altro, lavorano con questa condizione, di ottenere una comprensione profonda della “neurodiversità” che caratterizza lo stile socio-comunicativo, i comportamenti e gli interessi e in ultima analisi le prospettive di vita di un numero sempre crescente di individui per i quali si ritiene di poter applicare una diagnosi di “Disturbo dello Spettro Autistico”.
A partire dalla diagnosi, che deve essere effettuata in modo accurato con strumenti gold-standard e quanto più precocemente possibile, il percorso di vita delle persone autistiche richiede la presenza di familiari e professionisti preparati ad accogliere le sfide che la condizione autistica pone nel corso dell’età evolutiva e, per una buona parte dei casi, anche nelle epoche successive.
La diagnosi è il primo passo di un lungo tragitto che comprende, innanzitutto, l’avvio e il continuo aggiornamento di interventi terapeutici adeguati innanzitutto alle caratteristiche fenotipiche individuali e in secondo luogo al livello di sviluppo ed all’età. Il trattamento deve poter essere personalizzato il più possibile per far si che si riduca l’impatto che la condizione autistica ha sullo sviluppo delle abilità cognitive, comunicative e adattive della persona.
Il trattamento non va inteso in alcun modo come un singolo intervento effettuato da un terapista in favore della persona autistica. Le evidenze che provengono dalla ricerca suggeriscono che per prendersi cura della persona autistica debba esserci una costellazione di interventi che comprendono l’area dello sviluppo delle abilità evolutive, l’area delle relazioni familiari e l’area dell’apprendimento scolastico. Centri diagnostici, centri di trattamento, famiglie e scuola devono poter trovare il modo di cooperare al fine di garantire, al termine dell’età evolutiva e attraverso un progetto di vita realistico e lungimirante, un almeno soddisfacente adattamento al contesto.
Fine corso: 28/10/2023
Il corso “Comprendere l’autismo: dalla diagnosi al progetto di vita” prende spunto da una profonda quanto semplice riflessione: l’autismo non è una malattia che va curata, ma una condizione che va compresa.
La rilevanza delle scoperte che negli ultimi 20 anni sono state effettuate nel campo dei disturbi del neurosviluppo ed in particolare dei disturbi dello spettro autistico, risiede proprio nella possibilità che viene oggi offerta alle persone autistiche, ai loro familiari ed a tutti i professionisti che, in un modo o in un altro, lavorano con questa condizione, di ottenere una comprensione profonda della “neurodiversità” che caratterizza lo stile socio-comunicativo, i comportamenti e gli interessi e in ultima analisi le prospettive di vita di un numero sempre crescente di individui per i quali si ritiene di poter applicare una diagnosi di “Disturbo dello Spettro Autistico”.
A partire dalla diagnosi, che deve essere effettuata in modo accurato con strumenti gold-standard e quanto più precocemente possibile, il percorso di vita delle persone autistiche richiede la presenza di familiari e professionisti preparati ad accogliere le sfide che la condizione autistica pone nel corso dell’età evolutiva e, per una buona parte dei casi, anche nelle epoche successive.
La diagnosi è il primo passo di un lungo tragitto che comprende, innanzitutto, l’avvio e il continuo aggiornamento di interventi terapeutici adeguati innanzitutto alle caratteristiche fenotipiche individuali e in secondo luogo al livello di sviluppo ed all’età. Il trattamento deve poter essere personalizzato il più possibile per far si che si riduca l’impatto che la condizione autistica ha sullo sviluppo delle abilità cognitive, comunicative e adattive della persona.
Il trattamento non va inteso in alcun modo come un singolo intervento effettuato da un terapista in favore della persona autistica. Le evidenze che provengono dalla ricerca suggeriscono che per prendersi cura della persona autistica debba esserci una costellazione di interventi che comprendono l’area dello sviluppo delle abilità evolutive, l’area delle relazioni familiari e l’area dell’apprendimento scolastico. Centri diagnostici, centri di trattamento, famiglie e scuola devono poter trovare il modo di cooperare al fine di garantire, al termine dell’età evolutiva e attraverso un progetto di vita realistico e lungimirante, un almeno soddisfacente adattamento al contesto.